Il Punto Valpolcevera
un progetto decennale di contrasto alla povertà alimentare e allo spreco
Premessa
I confratelli della Società di San Vincenzo de Paoli, fondata dal Beato Federico Ozanam,
sono noti come “quelli dei pacchi”. Siamo molto affezionati a questa immagine popolare,
ma in realtà oltre ai pacchi di viveri, la nostra attività si è andata evolvendo negli anni, fino
a organizzare - da soli o in rete - altri servizi di contrasto alle povertà. Ciò che è rimasta
immutata è la visita a domicilio delle famiglie, a cui si sono aggiunti via via altri servizi,
poiché come afferma il nostro Statuto, “nessuna povertà è estranea alla San Vincenzo”.
Abbiamo due patronati per l’infanzia (il doposcuola di Via Fieschi e la comunità
semiresidenziale di Belvedere), due alloggi giubilari, la Colazione del povero (un sostegno
relazionale alimentare per le persone senza dimora della stazione di Brignole che funziona
da ben 22 anni), ma di queste realtà ve ne parleremo un’altra volta…
Oggi vorremmo raccontarvi l’esperienza decennale del Punto Valpolcevera, cominciando
dalle origini…
Le origini del progetto
Il progetto del Punto nasce nel 2005 sulla scorta dell’applicazione della cosiddetta “legge
del buon Samaritano” (legge 155/2003) da una proposta lanciata dal Comune di Genova e
Ipercoop Liguria alle organizzazioni e associazioni appartenenti al servizio caritativo.
La proposta, fin dall’inizio della progettazione, era stata raccolta dall’ATS 41 – allora nota
come distretto sociale V Valpolcevera – e dalle Conferenze della Società di San Vincenzo
de Paoli della Valpolcevera.
La proposta indicava quale filone di progettazione il contrasto alla povertà e allo spreco di
risorse alimentari, nell’ambito del Piano Sociale Integrato Regionale in vigore in quegli
anni, attraverso il recupero e la distribuzione di generi alimentari non più vendibili ma ancora consumabili.
La realizzazione e i partner del progetto
La fase di realizzazione vide al lavoro gli assistenti sociali e il coordinatore dell’attuale ATS 41, i confratelli della San Vincenzo che operavano nei centri di ascolto della zona (San Quirico, Pontedecimo, Bolzaneto, Rivarolo, Borghetto, Begato, Trasta, Teglia e Certosa), l’associazione don Lino ai Broxi onlus, e la dirigenza dell’Ipercoop Liguria.
Durante il lavoro di rete venne condivisa, da tutti i partecipanti, l’idea di realizzare un progetto fortemente innovativo – per quegli anni – che potesse riunire in sé sia il sostegno alimentare che aspetti educativi-relazionali in favore dell’utenza.
Si decise pertanto di valutare l’impatto sociale atteso con l’apertura di un “negozio” a piano strada, non molto dissimile dalle altre botteghe, che limitasse l’etichettamento sociale nei confronti degli utenti.
Attualmente questi tipi di negozi, sono stati ricompresi nel concetto di “empori della solidarietà” e si sono sviluppati in quasi tutto il nostro Paese, proprio sulla scorta di riflessioni e applicazioni maturate in seguito all’evento di Expo 2015.
La sede e lo stoccaggio dei beni
La sede del Punto è stata gentilmente offerta dalla Parrocchia del S.S. Nome di Gesù del Borghetto di Rivarolo. Si tratta di un locale ampio, attrezzato dalla stessa Ipercoop con scaffali, a cui si sono aggiunti altri mobili acquistati dalla San Vincenzo.
Il negozio è proprio a livello di una delle due più importanti vie di comunicazione che attraversano il quartiere di Certosa-Rivarolo.
I Vincenziani si occupano di ritirare i generi alimentari presso il magazzino centrale dell’Ipercoop a San Biagio e di trasportarli fino al negozio, dove vengono esposte sugli scaffali dai volontari che seguono la distribuzione settimanale.
L’attività operativa
La dinamica operativa de “Il Punto” prevede l’invio dell’utenza sia da parte dell’Ats di zona, sia da parte dei Centri di ascolto vincenziani della vallata e delle zone limitrofe, dopo un colloquio diretto ad accertare l’effettiva necessità del sostegno alimentare.
Ogni trimestre una commissione congiunta, formata dagli Assistenti sociali e dai Vincenziani, indica i beneficiari per quel periodo, secondo una logica di rotazione, salvo per quelle situazioni di cronicità e di disagio estremo, che vengono confermate.
Al nucleo, così individuato, vengono assegnati un certo numero di “punti-spesa” che possono essere utilizzati all’interno del negozio per “acquistare” i generi necessari. Il punteggio è assegnato secondo alcune variabili, quali:
- la composizione numerica del nucleo familiare;
- il ritiro o meno del pacco viveri presso i CdA della San Vincenzo.
Questo meccanismo concorre all’assegnazione dei punti secondo criteri oggettivi e di uguaglianza delle situazioni personali.
Gli elenchi delle famiglie e le rispettive schede di scarico dei punti, sono conservate presso la sede operativa del Punto.
Al momento dell’accesso al negozio, i volontari (vincenziani e non) accolgono la persona e la accompagnano nella spesa, aggiornando la scheda dei punti; ma è proprio in questo momento che si realizza una sorta di piccola “presa in carico” di tipo relazionale ed educativa.
La spesa accompagnata è in realtà un progetto di restituzione di dignità alla persona attraverso il meccanismo della scelta. Gli utenti, infatti, possono scegliere dagli scaffali ciò che gli serve (tra quello che c’è) proprio come se si trovassero in un normalissimo negozio. La relazione tra volontario ed utente (richiesta di alcune informazioni sui generi alimentari, su quali beni preferire, scambi di ricette, oppure a discorsi di carattere generale) contribuisce ad approfondire la conoscenza tra le persone, e rappresenta un ottimo veicolo di scambio di informazioni anche tra i diversi servizi che effettuano la presa in carico professionale.
Come si sostiene
L’attività è, per molti versi, autosufficiente. Oltre ai generi donati dall’Ipercoop, i Vincenziani hanno partecipato ad alcuni bandi di finanziamento offerti dalle fondazioni bancarie, da risorse regionali e altri enti di promozione del volontariato, e lo stesso Consiglio Centrale della San Vincenzo ha messo a disposizione delle risorse finanziarie.
I fondi raccolti sono destinati all’acquisto di generi alimentari che non sono presenti nelle donazioni della grande distribuzione, ma negli ultimi anni alcune associazioni parrocchiali hanno donato la raccolta di generi alimentari al Punto, riconoscendone in questo modo l’utilità sociale.
Anche per i Vincenziani, il ricorso ai bandi di finanziamento si è dimostrata un’attività utile, specialmente per apprendere come ricercare ed ottenere risorse attraverso la presentazione di progetti.
Alcuni dati
Nel periodo aprile 2014 – maggio 2015 hanno beneficiato del progetto 418 nuclei familiari, per un totale di 1181 persone tra cui molti minori e anziani.
Il Punto è stato presentato tra i progetti di utilità sociale durante la Biennale della Prossimità, tenutasi a Genova nel giugno 2015.
Conclusioni
Il progetto, giunto al suo decimo anno di attività, rappresenta sia per i servizi sociali che per le Conferenze di san Vincenzo un “fiore all’occhiello”.
Lo stesso sviluppo di progetti simili a questo in Liguria e in Italia, avvenuto negli ultimi anni, è un punto di orgoglio e rappresenta la capacità del lavoro di rete a far fronte a determinate situazioni di esclusione e di povertà difficilmente risolvibili da parte di singole associazioni od organismi.
È questa, in fondo, la lezione più grande di cui Pubblico e Privato devono fare tesoro, specie in questi tempi di crisi economica perdurante dove il numero delle persone – e delle famiglie – in difficoltà, aumenta sempre più in maniera esponenziale e rappresenta l’anticamera all’esclusione sociale e alla più estrema povertà.